La nuova crisi di Alitalia e le prospettive di soluzione

Ugo Arrigo, Andrea Battaglia, Giacomo Di Foggia

Il presente studio focalizzato su Alitalia utilizza le informazioni disponibili alla data del 30.4.2018. Esso sarà oggetto di aggiornamento in funzione della disponibilità futura di dati e informazioni rilevanti.
La prima parte dello studio esamina le caratteristiche del mercato italiano del trasporto aereo nel periodo 2004-2016 e il ruolo in esso svolto da Alitalia. Analizza inoltre i principali risultati economici e industriali del vettore nazionale, confrontandone i costi con quelli dei maggiori vettori low cost operanti nel nostro paese, suoi diretti concorrenti. Propone infine una prima valutazione delle condizioni necessarie per interrompere le elevate perdite, determinate nel triennio 2012-15 principalmente da una riduzione delle tariffe, per effetto dell’elevata concorrenza sul mercato, molto più rapida e incisiva rispetto al contenimento dei costi realizzato dalla gestione aziendale.
La seconda parte analizza il periodo 2016-18 nel quale dapprima la crisi di Alitalia si è aggravata sino a determinare l’insolvenza e il commissariamento e in seguito la gestione commissariale ha avviato su indicazione del governo il percorso di vendita. Esamina inoltre, per quanto possibile data la totale mancanza di dati ufficiali, i risultati della gestione industriale del vettore nel 2016 e nel 2017.
La terza parte analizza le prospettive di soluzione della crisi di Alitalia, valutando le diverse opzioni per i decisori pubblici. Vi sono tre possibili esiti: il primo è vendere Alitalia, il secondo è chiuderla, il terzo è ristrutturarla. Il fallimento dell’azienda, la sua chiusura, è l’ipotesi peggiore, date le enormi conseguenze sui livelli occupazionali, i costi sociali e di finanza pubblica che genererebbe e l’affidamento quasi esclusivo dell’offerta di trasporto aereo sui cieli italiani a imprese battenti bandiera estera.
Per evitare tale conseguenza l’amministrazione straordinaria aveva dall’inizio due percorsi a disposizione: vendere Alitalia a un soggetto economico che si sarebbe incaricato di ristrutturarla oppure ristrutturare Alitalia, quanto meno elaborare e avviare un piano di ristrutturazione, per poi eventualmente cedere il vettore a un nuovo soggetto economico. Tuttavia il governo ha indirizzato da subito la gestione commissariale verso una rapida cessione, precludendo la seconda ipotesi. Nell’anno abbondante sinora trascorso la cessione non è tuttavia andata in porto né sembra essere a portata di mano neppure qualora il governo entrante desiderasse confermarla. Se questo percorso dovesse chiudersi restano gli altri due, dei quali l’unico di segno positivo è quello della ristrutturazione. Esso verrebbe tuttavia avviato dopo aver perso inutilmente oltre un anno su una strada, quella della cessione, priva di visibili vie d’uscita.
Il percorso in grado di minimizzare le conseguenze negative di lungo termine della crisi di Alitalia, di salvaguardare nel tempo le dimensioni aziendali, la sua capacità di offerta a condizione economiche sostenibili e i livelli occupazionali, evitando drammatici costi sociali è un sentiero molto stretto che deve essere delineato con cura prima di intraprenderlo. “Conoscere per decidere”, come sosteneva Luigi Einaudi. Questo studio sarà utile se effettivamente in grado di migliorare lo stato della conoscenza.


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